A febbraio, le due quinte liceo hanno svolto un percorso di educazione civica sulla realtà del carcere, articolato in due incontri. Affidiamo il racconto dell’esperienza a Elisa Ferrero di 5LA.
Durante Durante il primo incontro Alice Bonivardo, garante dei diritti dei detenuti nell’istituto di pena di Alessandria, ci ha introdotto alla realtà del carcere. Attraverso un google moduli, alle classe è stato chiesto di rispondere ad una serie di domande generali riguardo la prigione e proprio partendo dalle nostre risposte Alice ha cominciato a spiegarci di più su questo mondo. Personalmente, ho apprezzato molto questa prima parte dell’attività, poiché mi ha permesso di avvicinarmi a una realtà che prima sentivo lontana e di cui conoscevo vagamente le dinamiche. Dopo diverse domande e molti luoghi comuni sul carcere sfatati, il primo incontro si è concluso con una breve anticipazione sul secondo: la volta successiva avremmo infatti incontrato Eric, un ragazzo detenuto a cui era stato proposto di condividere con noi la sua esperienza e aveva accettato.
Il lunedì successivo, come previsto, quando siamo arrivati in classe la mattina, oltre al professore e ad Alice, c’era anche Eric; esattamente come ci era stato anticipato e come avrebbe poi ripreso lui stesso dopo, all’apparenza era una ragazzo simile a tanti altri, infatti non penseresti sia un detenuto a meno che non ti venga rivelato. Il professore e Alice hanno iniziato a porgli le domande che la classe aveva preparato per lui: fin da subito Eric si è mostrato aperto al dialogo e disponibile a rispondere alle domande che sorgevano mentre parlava, dando sempre una risposta esaustiva. Quando la campanella è suonata, personalmente, sono rimasta stupita di come due ore fossero passate tanto velocemente: mi ero così abituata al clima sereno e di aperto confronto che si era creato, da desiderare di avere qualche minuto in più; successivamente, dopo aver parlato con alcuni miei compagni, ho scoperto che anche loro come me, se avessero potuto, avrebbero passato ore ad ascoltare Eric continuare a raccontare la sua esperienza. Ciò che ho specialmente apprezzato del secondo incontro è stato non solo il clima e la personalità molto affabile e socievole di Eric, ma anche il modo molto schietto che utilizzava per parlare del carcere; quest’ultimo mi ha infatti consentito di farmi un’immagine, seppur con i suoi limiti, molto più realistica e concreta di questa realtà.
In conclusione, sono davvero contenta e grata di aver potuto assistere e partecipare a questi due incontri: non solo è un’esperienza che mi ha resa più consapevole, sia come individuo sia come cittadina, riguardo una realtà che spesso viene mal raccontata e mai spiegata, ma mi ha anche permesso di pormi diverse domande e ragionare, oltre che accendere un desiderio di conoscenza verso un ambiente molto più vicino di quel che si pensa.Elisa Ferrero (5LA)