NOVEMBRE 2023
Lettera del Direttore ai genitori
Torino, 1 novembre 2023. Solennità di Ognissanti
Cari Genitori
vi invio questa lettera di novembre nel giorno nel quale la Chiesa celebra la festa di Tutti i Santi: gli amici di Dio che ci hanno preceduto. E’ bello avere questi amici di Dio anche come nostri amici è importante “parlare” con loro, chiedere la loro intercessione e affidare le persone che ci stanno più a cuore: i nostri figli e figlie. Domani ricorderemo i nostri cari defunti, coloro che ci hanno amati e non sono più fisicamente tra noi. Come credenti sappiamo che la risurrezione di Gesù è primizia della nostra risurrezione. Il pensiero della morte, per un cristiano, non è il pensiero di una fine ma DEL FINE: noi non siamo qui per caso ma abbiamo una destinazione che determina il senso del nostro vivere e del nostro cammino.
In questo mese, così particolare, voglio offrirvi una poesia e alcune riflessioni a margine.
Perderti
Non me l’aspettavo.
Non pensavo che sarebbe stato possibile.
Invece è successo.
Perderti.
Il cuore si è lacerato.
Anche il corpo sembra intero, ma è tutto rotto.
Eri una montagna. C’eri sempre.
Sapevo dove trovarti.
Guardavo fuori dalla finestra e vedere il tuo profilo definiva l’orizzonte del mio vivere.
Un giorno invece… il vuoto.
Un buco ha preso il posto di te.
E’ un buco pieno di niente.
Più provo a riempirlo, più mi sento vuoto.
Nel perderti, mi sento perso.
E non so come ritrovarmi.
Per ritrovarti, dovrò amare in assenza.
Per ritrovarmi, ci riuscirò.
Nell’assenza, sarai ancora qui.
Dentro il mio cuore, io e te saremo per sempre noi.
Nella mia vita salesiana e sacerdotale ho accompagnato dei giovani alla morte e all’incontro definitivo con Dio e sono stati veri e propri momenti di grazia che mi piacerebbe una volta raccontarvi. Sono stato accanto ai loro genitori, provando ad accostarmi al loro dolore e anche ad altre persone che hanno vissuto lutti. Ho sofferto, come tanti, per alcune morti di persone care, in primis i miei genitori.
Stare accanto a qualcuno che soffre a causa di un lutto fa toccare con mano il dolore. Lo rende così vivo, intenso, penetrante da contagiare anche chi non lo vive sulla propria pelle. Il lutto è l’equivalente dell’attraversare un tunnel: si entra in una zona buia e gelida, dominata dall’assenza, dal vuoto, dal freddo. Ci si sente spesso soli e disperati. Si perdono tutti i riferimenti della quotidianità.
Dentro a quel vuoto che ci entra dentro e invade tutto abbiamo il desiderio di perderci per non venirne più fuori, diventando a nostra volta vuoto nel vuoto.
Il lutto, però, è un passaggio, una transizione in cui il dolore ci riempie e ci circonda per un certo tempo. E come tutti i passaggi, va attraversato. Ci inoltriamo in quel tunnel pensando di non venirne più fuori ma poi un giorno, cominciamo a vedere in fondo uno spiraglio di luce, lontano lontano. E mentre prima non ci muovevamo, stavamo lì, nell’oscurità più nera, senza alcuna intenzione di uscirne, improvvisamente arriva il momento in cui decidiamo di andare verso la luce. Che giorno dopo giorno si fa sempre più vicina, più intensa, più calda. Fino a quando ci accorgiamo che il nero è alle spalle e siamo tornati al sole. Non c’è più la notte nella nostra vita. Non l’abbiamo dimenticata, quella notte. La ricordiamo perfettamente. La sua memoria non ci lascerà più. Ma il dolore che ci toglieva il fiato a ogni respiro, che ci faceva sentire trafitti a ogni passo è scomparso. E’ diventato anch’esso un ricordo.
Siamo finalmente riusciti a passare dall’amare in presenza all’amare in assenza.
Spero che il mese di Novembre possa essere l’occasione propizia non solo per andare con i vostri figli al cimitero a trovare e pregare per i propri defunti, ma anche la chance per parlare con loro della morte. Rimuovere questo argomento – a volte la morte è un vero e proprio tabù, uno degli ultimi rimasti – non ne elimina la realtà che invece è molto viva nella mente e nel cuore dei giovani, anche e forse soprattutto, quando non ne parlano. Lo sappiamo, quando cerchiamo di rimuovere un aspetto di realtà, poi ricompare in molti modi. E il pensiero – rimosso – della morte riemerge o in sentimenti di angoscia o in una sconsiderata ricerca del rischio che è vissuta dall’adolescente, in maniera più o meno consapevole, come una vera e propria sfida alla morte (ad esempio le famose challangepubblicizzate dai social).
Non parlare ai figli di questo argomento per “proteggerli” in realtà amplifica l’angoscia anziché contribuire a risolverla: è un “non detto” che fa paura e che emotivamente pesa come un macigno proprio perché impossibile da condividere. Abbiamo vissuto solo qualche anno fa le tante morti dovute al Covid-19, in questi giorni notizie di violenze lontane e vicine ci giungono continuamente, non possiamo non pensare che non mettano in crisi i nostri figli e figlie; tutto questo si aggiunge alla consapevolezza che si fa sempre più viva di “abitare” in un corpo vulnerabile. Crescere, almeno in parte, vuol dire acquisire consapevolezza dei limiti, rendersi conto della precarietà dell’esistenza e accettare la nostra condizione umana. Non possiamo quindi esimerci dalla responsabilità di affrontare il tema della morte con i nostri ragazzi e ragazze, ma questo mette in gioco, in ultima istanza, il nostro stesso rapporto con la morte e con il morire.
AVVISI IMPORTANTI
- Messa in suffragio dei cari defunti e possibilità di cena condivisa. Come vi è stato comunicato qualche giorno fare, il 14 novembre alle ore 18,15 ci sarà Celebrazione Eucaristica in suffragio dei defunti delle nostre famiglie (compilate il form per la prenotazione e i nomi dei defunti da ricordare) a cui seguirà un momento conviviale organizzato dai rappresentanti di classe.
- Ritiro spirituale d’Avvento per i genitori. Domenica 26 novembre dalle ore 9,45 vi propongo un momento di spiritualità, di riflessione e di preghiera per voi, che si concluderà con la santa Messa alle ore 11,30. Vi arriverà poi il form per la prenotazione.
Vi invito a prendere in considerazione queste “nuove” proposte che erano però già presenti nel periodo pre-Covid e spero nella vostra partecipazione.
Vi saluto cordialmente.
Don Enrico