MAGGIO 2024
Lettera del Direttore ai genitori
Torino, 01 maggio 2024
Cari Genitori,
ci stiamo muovendo con passo veloce verso il termine dell’anno scolastico, i giorni sembrano scorrere più veloci e gli esiti si avvicinano.
La lettera di questo mese ha come titolo: “Protezione o educazione? E vi avviso che non sarà una lettera “politically correct”.
Si confonde spesso l’educazione con la protezione. La preoccupazione principale del mondo adulto è proteggere i figli. Non c’è santo, però, che protegga i figli da tutto. La protezione totale è del tutto impossibile.
Il mondo adulto ha creato oppure favorito o comunque non impedito le condizioni per una società che infine non crede proprio che i figli possano pensare cose grandi.
A meno che non confondiamo il pensare cose grandi con il successo. A quello sì che pensiamo, ma come forma di protezione ulteriore. Do ai figli tutto quello penso possa proteggerli dal futuro incerto e quindi pretendo il massimo in tutto: a scuola pretendo i voti, il diploma, anche quando non ci sono le condizioni, non importa, e poi le lingue straniere, l’esperienza all’estero, che faccia quello sport, che suoni quello strumento, che faccia quel corso che può tornare utile… e così via. E qual è il risultato: ANSIA! Tantissima ansia da parte di tutti: allievi, in primis, che sentono l’onere di soddisfare aspettative così alte, gli insegnanti e in ultima istanza gli stessi genitori che vivono come un giudizio su di loro i risultati dei figli.
La domanda è: cosa serve davvero per affrontare la vita? Sempre. E non solo in tempo di crisi.
Esiste un rapporto BES (Benessere equo e sostenibile) che l’Istat ci offre da una decina d’anni. Misura un tipo di benessere che non ha a che fare direttamente con la ricchezza. Si tratta di indicatori che comprendono l’istruzione, il tempo di vita in rapporto al lavoro, le relazioni personali e sociali, il benessere in relazione al paesaggio, al patrimonio culturale, ai servizi. Sostanzialmente misura, se si può fare, i fattori che hanno impatto sul benessere umano e sul benessere della collettività.
In questi ultimi cinque anni è progressivamente diminuita la fiducia negli altri. Solo il 20% degli intervistati ritiene che gli altri siano meritevoli di fiducia.
Possiamo partire da qui?
La fiducia. Vuol dire che ciascuno di noi si muove in un ambiente di sfiducia a prescindere. Deve dimostrare a quattro persone su cinque fra quelle che incontra che lui o lei è una persona degna di fiducia. Aiuto! Come vive la scuola, senza fiducia? Come si vive la vita senza la fiducia? Senza un “credito” di fiducia. Cioè si parte con il fatto che siamo degni di fiducia e solo così ci si muove. Altrimenti tutto è in salita. Tutto da dimostrare. E di cosa vivo se non di un valore che mi viene riconosciuto? Valore come essere umano.
Si ha la tremenda sensazione che questo debito di fiducia riguardi anche il rapporto con i figli.
Se tutto non arriva subito e non asseconda l’attesa dei genitori o più in generale degli adulti, immediatamente scatta la sfiducia che le cose si aggiustino con il tempo, la corsa alla medicalizzazione rassicurante. Se la scuola non va abbastanza bene, non si attiva un percorso per capire, non ci si chiede che cosa succede, se sia sbagliato magari l’indirizzo scolastico, se la scelta è stata troppo nostra e non del ragazzo. No, c’è la corsa a trovare il rimedio.
Per alcune cose il rimedio ovviamente c’è, si pensi all’introduzione nella scuola delle misure compensative e dispensative per i DSA. Ma se il problema è l’autostima, la sfiducia assorbita dal mondo col latte materno, allora il rimedio non c’è. C’è solo la strada buona della scuola buona (sia nell’edificio scolastico sia a casa) come laboratorio di fiducia.
Concludo con alcune parole ancora molto attuali, che Benedetto XVI scrisse nel 2009 alla Diocesi di Roma sul tema dell’emergenza educativa
“Cari fratelli e sorelle, per rendere più concrete queste mie riflessioni, può essere utile individuare alcune esigenze comuni di un’autentica educazione. Essa ha bisogno anzitutto di quella vicinanza e di quella fiducia che nascono dall’amore: penso a quella prima e fondamentale esperienza dell’amore che i bambini fanno, o almeno dovrebbero fare, con i loro genitori. Ma ogni vero educatore sa che per educare deve donare qualcosa di se stesso e che soltanto così può aiutare i suoi allievi a superare gli egoismi e a diventare a loro volta capaci di autentico amore (…) Anche la sofferenza fa parte della verità della nostra vita. Perciò, cercando di tenere al riparo i più giovani da ogni difficoltà ed esperienza del dolore, rischiamo di far crescere, nonostante le nostre buone intenzioni, persone fragili e poco generose: la capacità di amare corrisponde infatti alla capacità di soffrire, e di soffrire insieme”
Appuntamenti da non dimenticare
MESSA DI FINE ANNO SCOLASTICO.
Sabato 25 maggio alle ore 10 nella Chiesa del Santo Volto con ritrovo alle ore 9,30
Ringrazieremo il Signore per l’anno vissuto e dedicheremo un momento speciale di saluto agli studenti e alle studentesse dell’ultimo anno che diventeranno “Exallievi\e di don Bosco”. Vi arriverà un volantino con i dettagli.
La sera precedente, 24 maggio, siete tutti invitati alla Processione di Maria Ausiliatrice. E’ un momento di preghiera che vede coinvolte migliaia di persone e di giovani affezionati alla “Madonna di don Bosco” come viene denominata familiarmente l’Ausiliatrice. Ci ritroveremo alle ore 20,15 nel secondo cortile di Valdocco.
Don Enrico